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Trento, 10 luglio 2013
La candidata dei Verdi ha un passato da insegnante elementare
e da femminista in prima linea nel movimento studentesco.
Il passaggio dal Sole che Ride a Rifondazione e ritorno.
Le critiche al sistema che non ha difeso la salute dei cittadini e le montagne

«La Provincia ha fallito la prova dell’ambiente»
Coppola, verde in corsa alle primarie di coalizione
da l’Adige di mercoledì 10 luglio 2013

Si autodefinisce «l’anima ambientalista della coalizione di centro sinistra autonomista», quella coalizione di governo che sulla questione ambientale negli ultimi anni non ha certo brillato (dalla questione inceneritore a Ischia Podetti, ai biodigestori imposti alle valli, alle inchieste giudiziarie sul traffico di rifiuti e i fumi di acciaieria, al progetto di usare i due cementifici trentini quali inceneritori di fatto).

 Lucia Coppola, Verde, nata a Tremosine 62 anni fa, è l’unica candidata donna alle primarie. Il nome dell’eletto (o dell’eletta) sarà quello che verrà proposto come possibile presidente della Provincia, la Provincia autonoma del dopo-Dellai (oggi capogruppo alla Camera per Scelta Civica).

Coppola ribadisce che «la giunta uscente ha delle responsabilità» e che «qualcosa di più si sarebbe potuto fare... e anche qualcosa di più di qualcosa». Ma la maestra elementare, oggi in pensione, parla di ambiente e molto altro: scuola, tagli alla politica lavoro.

Partiamo dal lavoro. La Whirlpool chiude. Che ne pensa dell’ipotesi di creare un polo dell’elettronica al posto dello stabilimento di Spini di Gardolo?
«Mi sembra una proposta prematura. Se c’è una task force di esperti, messa al lavoro dall’assessore Olivi, penso che questa debba fare delle proposte, per capire quali chance ci sono per il dopo Whirlpool».

Quella della fabbrica dei frigoriferi, per lei, è una battaglia già persa?
«Purtroppo sappiamo che le multinazionali quando decidono di chiudere, beh... chiudono senza tanti complimenti. La Provincia in passato è stata un punto di attrazione, soprattutto per i contributi pubblici che ha garantito».

Alla Whirlpool la Provincia ha concesso 45 milioni di euro per capannoni e area. Era il 2007. Tanti operai dicono però che in questi anni si sono visti tutti i segnali di una chiusura imminente.
«È così. Dopo 6 anni è scaduto il contratto di affitto e la società ha deciso di abbandonare il campo. All’epoca ho espresso le mie perplessità circa gli aiuti ai gruppi industriali, che sono stati poco generosi con il territorio e con gli operai. La politica dei contributi non paga oggi come non ha pagato in passato».

Lei critica la politica della coalizione di governo della quale fa parte...
«Sì. Credo che si debbano riconoscere gli errori politici per ripartire. Adesso le industrie non chiedono più contributi, ma servizi, sinergie con il tessuto della ricerca e dell’università. Con l’innovazione si creano nuove condizioni di lavoro».

Lei contesta il modello di sviluppo. Pochi giorni fa però la giunta Pacher ha celebrato la riapertura dell’acciaieria di Borgo Valsugana.
«Sono preoccupata per questa apertura. Nessuno ci ha spiegato quali sono le garanzie per ambiente e salute, quale sarà il nuovo impatto sul territorio circostante. Dovremmo ringraziare i comitati cittadini che si sono attivati con le controanalisi e con una campagna di informazione dal basso. Il capitolo è stato chiuso in modo affrettato dalla Provincia, che non dovrebbe abbassare la guardia».

La guardia è forse abbassata da tempo. O no?
«Sì. Io credo nell’importanza dell’industria manifatturiera. Ma i controlli – come dimostrano le inchieste giudiziarie del Corpo forestale dello Stato sulle cave di Sardagna e Monte Zaccon – non ci sono stati. Una riflessione sul ruolo della nostra Agenzia per la protezione dell’ambiente si dovrebbe fare. E poi dico che si è puntato molto sulle grandi industrie, dimenticando le piccole imprese».

L’ex Prc Coppola difende le piccole imprese?
«Certo. Si devono aiutare con tutti i mezzi possibili, perché sono la nostra spina dorsale e sul piano ambientale danno più garanzie. In cinque anni sono state chiuse 133 aziende. Troppe».

Lei fa spesso notare di essere l’unica donna candidata alle primarie. Fino a qualche tempo fa era in ballo anche il nome di Donata Borgonovo Re, ex assessore comunale ed ex difensore civico, nota alle cronache per la denuncia della cosiddetta mafia trentina. La sua candidatura è sfumata. Troppo scomoda?
«Quella è una vicenda delicata. Vedevo bene la sua candidatura, ma non voglio entrare nelle questioni interne del Pd».

Ma la mafia trentina c’è?
«La mafia che spara e che uccide non c’è. Ma è vero che, soprattutto negli enti pubblici, la vicinanza all’assessorato fa sì che non tutti si sentano completamente liberi. Ma qualche colpa ce l’hanno pure i cittadini, quelli che si sentono e si comportano da sudditi. Serve uno scatto d’orgoglio».

 



Le PRIMARIE
del Centrosinistra
autonomista
13 luglio 2013
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UNA MAESTRA
IN POLITICA

È l’unica donna candidata alle primarie del centro sinistra autonomista. Lucia Coppola, nata a Tremosine il 4 maggio 1951, oggi è in pensione, ma vanta 38 anni da maestra elementare. Figlia di albergatori (è la primogenita di 5), ha scelto una strada completamente diversa. Impegno nel movimento studentesco. Il colpo di fulmine con i Verdi di Marco Boato. Una parentesi in Rifondazione Comunista e il ritorno al Sole che Ride, quando si è registrata la diaspora e la nascita di Sinistra Ecologia e Libertà.
Sposata, madre di due figli di 41 e 43 anni (uno è educatore e l’altro archeologo), Coppola sottolinea il proprio impegno per il mondo dei precari. E poi ci tiene a ribadire il suo futuro impegno per ridurre le spese della politica (consulenze e società partecipate). A chi le fa notare che questi sono temi del Movimento 5 Stelle, risponde così: «Per carità di Dio. Quello è un movimento che ha bisogno dell’uomo forte. La mia storia dimostra il mio impegno».

      Lucia Coppola

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